“.. finché alla fine ti bacerò sul cuore, perché ti voglio, morderò la
pelle che batte sul tuo cuore, perché ti voglio, e con il cuore tra le mie
labbra tu sarai mio, davvero, con la mia bocca nel cuore tu sarai mio, per
sempre, se non mi credi apri gli occhi signore amato mio e guardami, sono io,
chi potrà mai cancellare questo istante che accade, e questo mio corpo senza
più seta, le tue mani che lo toccano, i tuoi occhi che lo guardano..”
Lavilladieu, 1861. Hervé Joncour, 32 anni, comprava e vendeva bachi da
seta per mestiere, e quando un’epidemia aveva iniziato a far strage in tutti i
mercati europei, fu costretto ad affrontare un coraggioso e sconosciuto viaggio
verso il Giappone per poter mandare vanti la compravendita, viaggio che con il
passare del tempo gli era diventato familiare. Qui è accolto alla corte di Hara Kei, un uomo
misterioso, sempre in compagnia di una giovane donna. Durante un incontro con
quell’uomo Hervé si accorse che gli occhi della ragazza non avevano un taglio
orientale “e che erano puntati con un’intensità sconcertante, su di lui.” Tra
Hervé e la ragazza nasce dunque un’intensa attrazione che si evolve attraverso sguardi,
parole non dette, desideri non
soddisfatti, nonostante lui ami già un’altra donna, sua moglie Hélène, che lo
accoglie di ritorno dai lunghi viaggi in Giappone. Il tempo trascorre ma Hervé
non sente affievolirsi la passione per la ragazza, che divampa durante uno dei
suoi viaggi quando riceve da lei un biglietti con pochi ideogrammi marchiati
con inchiostro nero, fatti tradurre appositamente da Madame Blanche, al primo
piano, sopra il negozio di tessuti, al 12 di rue Moscat.
Durantel’ultimo viaggio Hervé trova il paese devastato dalla
guerra civile, e grazie ad un ragazzino vestito di stracci riesce a raggiungere
Hara Kei e la sua carovana, scampati a morte e distruzione, e gli chiede di non fare più ritorno. Il
mattino dopo trovò, appeso con una corda ad un albero, il ragazzino che lo
aveva aiutato poiché rappresentava un “messaggio d’amore” e le rigide regole
della società giapponese non permettevano alcuna trasgressione. Così Hervé
torna in Francia, dove lo attende la moglie.
E poi di nuovo ideogrammi d’inchiostro nero, sette pagine,
Madame Blanche, al primo piano, sopra il negozio di tessuti, al 12 di rue
Moscat..tre anni dopo.
La voce della donna leggeva la lettera “con una voce da
donna bambina” la lunga lettera dell’unica donna in Giappone con un taglio
degli occhi non orientale.
Hervé ripiegò i fogli e scelse una vita di non necessità e
di emozioni misurate.
Ciò che conta però non è la trama di questo breve romanzo d’amore, ma è
la rappresentazione dei destini dei
personaggi, della natura a tratti misteriosa a tratti beffarda dei loro
desideri; ciò che conta è il racconto del mistero celato da esistenze
all’apparenza normali. E cardine di tutto il romanzo è l’imperturbabile
sentimento d’amore nato tra i due, senza che alcun contatto fosse mai
necessario.
-Rebecca Proietti
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