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mercoledì 14 ottobre 2015

Nessun rimpianto, in ogni caso.

“Aveva profondamente ragione: non c'era motivo per andare via.
Forse è stato proprio questo a fregarci.
Non avevamo abbastanza paura di perderci.
'Che poi c'era, ma forse l'avremmo sottovalutata.
Accade spesso. Accadono tante cose e nemmeno te ne accorgi.
Manca tempo che mai ti tornerà e, con lui, mancano attimi.
Quel 'non andartene' ce lo eravamo incise sulle ossa e no, non è bastato.
Lo sapevamo che da sole non avremmo combinato nulla di buono, non saremmo più state in grado di vivere.
Ma la vita continua e noi la seguiamo a ruota.
Lo leggevi negli occhi, muti, che eravamo ferme. Incastrate in quell'attimo, preludio della fine.
Non è per tutti: 'Si chiude una porta, si apre un portone'. Per noi chiusa quella porta, si chiudeva l'esistenza.
Era indistinguibile, inconoscibile la nostra essenza.
Forse nemmeno noi l'abbiamo capita a fondo, fino in fondo.
Sicuramente andremo avanti: stringeremo un'altra vita tra le mani stanche, assaggeremo altri sorrisi lievi e grideremo un amore forte.
Non ci penseremo per le grandi sorprese, non ce ne siamo mai regalate, ma rimarremo fregate da un particolare silenzioso.
Questo avevamo fatto: ci eravamo donate i nostri dettagli più profondi.
Eravamo la risposta alla richiesta di aiuto, le fasce su quei ricordi taglienti, la sazietà in un mondo affamato d'amore.
Magari ho travisato, ho sperato troppo e in realtà non ci penseremo più.
Tuttavia finché il ricordo di lei resta vivo in me, sarò felice di dedicarle qualche attimo di sospensione in questo infinito naufragio che è la vita.
Ci siamo volute così tanto, eppure non è stato abbastanza.
Un continuo paradosso: troppo, ma mai abbastanza.
Così è stato.
Niente da rimproverare. Nessun rimpianto, in ogni caso.
In tutto questo disordine, in questa vita senza regole si arriva a conclusioni che forse cambieranno, forse no. Non si sa mai.
Sono certa di averla amata, benché il tempo non mi abbia concesso la gioia di dirglielo.
Sono rimasta una foto sfocata, un'opera incompiuta, una lettera muta.
Probabilmente non avremo mai un 'dopo' insieme, ma va bene così.
Ciò che era importante era la sua serenità, anche senza la mia.
Una lieve nevicata: gela i campi, ma il cielo ne ha bisogno.
Ognuno la la necessità di sfogarsi e poi stare bene.
Ho sempre amato il suo modo di dolere, quello di soffrire e il modo in cui le si coloravano gli occhi quando mi parlava.
Anche la tristezza le stava bene sulla pelle.
Le dava un'aria evanescente, lieve.
La tristezza di cui era portatrice era di una bellezza sconcertante.
Eravamo necessarie.
Le auguro di vivere al meglio, di avere delle idee da cambiare, di urlare con gli occhi e di essere ascoltata.
Le auguro di amare forte e sorridere esageratamente, ma le auguro anche di sentire la mia mancanza quando nessuno farà tutte queste cose con lei.”

                                           -MH 

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