Capolavoro firmato Gabriel Garcia Marquez, "L'amore ai tempi del colera", pubblicato in lingua spagnola nel 1985, rappresenta una tra le storie d'amore più passionali ed appassionanti, ambientata tra il sudore e le tradizoni di Caribe, all'epoca dell'epidemia di colera che colpì i Caraibi nel XIX secolo. Sicuramente straordinario è l'accostamento tra amore e malattia, esplicitato attraverso numerose metafore ("L'amore ha gli stessi sintomi del colera"), amore che raappresenta il vero protagonista nel triangolo complesso di vicende tra Florentino Ariza, Fermina Daza e suo marito Juvenal Urbino, amore che causa stati febbrili e deliranti, conducendo l'uomo ad azioni che "in salute" non giudicherebbe mai sensate. Il sentimento si dispiega in tutte le sue sfaccettature: dall'amore quasi platonico, innocente ed epistolare tra gli adolescenti Florentino e Fermina, a quelo fisico e maturo degli stessi in età più anziana, rivendicato dal vecchio in maniera quasi sfacciata dopo "53 anni 7 mesi e 11 giorni notti comprese" di rifiuto e attesa, dopo la morte del Dottor Urbino, sposato dalla donna in un matrimonio quasi imposto dal padre e inizialemente soltanto per interesse economico ed elevazioni sociale. Il Dottor Urbino infatti aveva acquisito popolarità e ricchezza grazie alla scoperta di tecniche in grado di arginare l'epidemia del colera, era considerato un ottimo partito da tutte le donne di Caribe, ma ottenuto soltanto dalla intraprendente Fermina, la quale rifiuta però Florentino, l'uomo che la venera e la ama con ogni singola parte del proprio corpo. L'amore in seguito si manifesta anche nel matrimonio di convenienza: forse nell'eguale susseguirsi dei giorni o al contrario, nella sicurezza trasmessa dalla ripetizione dei gesti quotidiani, i due si amano, dapprima in modo lascivo e carnale, poi simbiotico e profondo. La storia di ricchezza e passione tra i due sposi viene narrata attraverso un lunghissimo flashback: si nota qui il talento quasi unico di Maruqez nel tener viva l'attenzione del lettore per centinaia di pagine, creando una lettura scorrevole e coinvolgente, trascinandolo per le strade fangose in carrozza, tra le stanze della casa padronale, tra la folla viscida del Portico degli Scrivani, nei letti delle 622 donne ingannate o forse un minimo amate da Florentino Ariza, fino alla speranza di quest'ultimo di riuscire a conquistare la sua amata, la sua dea incoronata, ormai vecchio ma mai arreso, per vivere un sentimento al pari degli dei.
-Rebecca Proietti
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