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venerdì 23 ottobre 2015

“Io ero pittore, lei la mia tela”

“Si parlava di arte.
E io pensai: "Parliamo pure di arte. Io l'ho vista. Io l'ho vista nuda".
Ed era vero. 
Io avevo disegnato sul suo corpo quadri mai visti, semplicemente sfiorandola.
Io l'avevo vista spostarsi i capelli con le mani e alzare lo sguardo. 
E lì era la fine. 
Quando ti guardava, lei non lasciava spazio alle parole. Riusciva a spogliarti di ogni paura, di ogni timore. 
Ti sussurrava piano che tu, in un qualche modo, la rendevi felice.
Io l'avevo vista l'arte. 
Nei suoi movimenti lievi, mai in disaccordo con l'ambiente. 
Nel suo modo di ridere, tremendamente sguaiato. Ma la vedevi ed era arte. 
Lei era arte, per come inarcava la schiena quando si stendeva sul mio petto. 
Lei era arte per il modo che aveva di guardare il mondo. 
Lei era la mia arte, quella preferita. Quella che compreresti libri e libri, pur di avere tutto. Anche le virgole. 
E di lei mi sarei presa anche quei punti interrogativi che non riusciva a togliersi di dosso. 
Ma lei era arte e cosa ti aspetti se non confusione, bellezza e senso di inadeguatezza?
Era un'anima inquieta in cerca di amore. 
Io ero pittore e lei la mia tela. 
Lei era arte, ma di lei non potevo parlare. 
Non avrebbero capito.”

-MH.

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