“..Si affacciò alla finestra e si perse nel tramonto. Le nuvole sembravano
tagliare il cielo come soldati sul campo di battaglia. Opliti coraggiosi,
comandanti codardi, e sovrani ancor meno interessati al destino dei loro
eserciti. In lontananza due roccaforti e due montagne. Cavalli imbizzarriti
calpestavano le ossa e le anime di coloro che erano già morti invano, mentre i
più giovani vedeva cadere tra le prime file, giovani che non avrebbero più
sentito il calore dell’abbraccio di una madre. Si battevano tra il clamore di
frecce, spade e lance, tra grida di incitamento e urla di dolore straziante. Vedeva
gli uomini lottare e mordersi come bestie, quando ormai le loro spade erano
cadute tra il fango e il sangue, quando le ultime forze stavano venendo meno e
si tirava avanti quella sciocca guerra sol per il desiderio di tornare a casa
presto e vivi. E lì, più alta di tutte, una stella luminosa, forse un occhio di
qualche dio che guardava in basso, monitorando ma non intervenendo nel destino
di quegli umani che, sciocchi, si trucidavano a vicenda non consapevoli di essere
uguali gli uni con gli altri, lottando per la sete di potere di infimi
comandanti, che non si curavano di perdere uno o duemila di loro. Una battaglia
senza fine che tagliava le nuvole come i pugnali tagliavano la carne, come le
urla straziavano il cielo. E alla fine il vento e poi la pioggia, a portar via
l’odore dei morti, a purificare la terra dal sangue, dal vomito di coloro che avevano
alzato la testa sulla realtà di ciò che stava accadendo, e che non avevano
potuto far altro, appena visto gorgogliare il primo fiotto di sangue dal primo
uomo da loro ucciso, che girarsi in un angolo a vomitare acido e disperazione,
ma anche rassegnazione per un mono che andava avanti per il volere di uomini assetati
di sangue e gloria, ma che avevano incubi la notte colmi dei volti e dei
lamenti di tutte le donne e i bambini che avevano massacrato tra le fiamme dei
villaggi invasi. Un mondo che non avrebbe mai trovato pace, fino a che le spade
non avrebbero cessato di tagliare teste. Un mondo che aveva bisogno di essere
purificato dal male, e che non trovava nei suoi abitanti la forza di ribellarsi
ai capi che guidavano gli uomini come burattini assassini sulla scena di un
macabro teatro.”
-R
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