Gli stessi occhi verdi che avevano accolto la mia richiesta di aiuto giorni prima, adesso traboccavano di lacrime, ma non lasciò scivolarne nemmeno una prima che me ne andassi. Passarono i giorni, il telefono non si illuminò, ed io non chiamai nessuno. Avevo sistemato la casa, innaffiato le mie amate orchidee, e stavo sonnecchiando tranquillo sul divano. Fuori pioveva quel tipo ti pioggia che ti concilia il sonno. Toc toc. La porta. Mi alzai controvoglia e andai ad aprire. Charlotte, fradicia dalla testa ai piedi, il trucco le colava sul viso. “E..Entra, ti prenderai un raffreddore.” Ero spiazzato. Le preparai un the caldo e le diedi dei vestiti asciutti. Le stavano larghi, ma almeno non squittiva come un topo intirizzito dal freddo. “Che ci fai qui?”. Parlava guardandosi le mani. “Potrei dirti che passavo qui per caso, ma non mi crederesti mai. Oppure che correvo sotto la pioggia per cercare un riparo e sono finita davanti al tuo portone. Ma non crederesti nemmeno a questo. La verità è che.. volevo semplicemente vederti, sapere come stavi, se avevi bisogno di qualcosa, o di me. Ho pensato a te questi giorni, così tanto che avevo quasi paura che ti arrivassero i miei pensieri. Mi hai fatto male Stefano, ma sono qui perché ho ancora qualcosa da dirti..” Puntò i suoi occhi nei miei “..Scegli me. Scegli me e non lei. Scegli le mie mani calde, che tremano sempre un po’. Scegli le mie labbra, che son sicura saranno più soffici unite alle tue. Scegli le mie frasi senza senso, le risate a voce troppo alta. Scegli i miei sbalzi d’umore che ti faranno girar la testa tutto il giorno. Scegli i miei piedi piccoli e il mio cuore grande, la mia pelle morbida e la testa dura, le orecchie gelate, il broncio perenne. Scegli di andare al mare di notte insieme a me, non con lei ma con me, ‘che insieme io e te il mare lo rendiamo ancora più speciale. Scegli i miei capricci, il mio caratteraccio, la mia passione per il cibo. Scegli di graffiarmi tutti i giorni con la barba il viso, che a me piace così, che a me piace tutto ciò che è te. Scegli me te l’ho detto, scegli anche il mio difetto peggiore. Perché io di te ho già scelto tutto quanto.” Piangeva Charlotte. I singhiozzi le scuotevano le spalle, ed io non mi ero mai sentito così piccolo e insignificante in vita mia. Piangevamo entrambi, sembrava una pietosa scena strappalacrime di una classica sit-com. Le presi il viso, e prima di baciarla sentivo che i pezzi della mia anima si stavano sistemando al loro posto.
-Rebecca
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