“Vieni a dormire da me sta sera?
Era tanto che non me lo chiedeva.
Era tanto che non chiudevo gli occhi con la consapevolezza di averla a distanza di un cuscino.
Quella frase, all'apparenza una come tante, mi fece avere un battito in più.
Vieni a dormire da me sta sera?
Certo che vengo, per stare con te, qualsiasi stato d'umore indossi.
Tanto rimani sempre bella.
Certo che vengo, anzi corro, così non perdiamo tempo.
Così ti chiedo come stai e tu mi rispondi che va tutto bene.
E giochiamo così: a chiederci "come stai?" fino a quando non ci lasciamo andare.
Come stai tu, come sto io.
Male.
Ma poi come stiamo noi?
Bene.
Era tutto in disordine quando ci mancavano un po' di più.
Quando i nostri momenti sciamavano un po'.
Vieni a dormire da me sta sera?
Volentieri, aspettami che passo a comprare le sigarette, quelle che ti fanno ricordare come sia avere la bocca al sapore di felicità.
Vengo a dormire da te sta sera, adesso come stai? Spero ti senta meno sola.
Ti offro tutto il mio petto, tutte le mie braccia e le tue paure, le addormentiamo con le nostre risate.
Che poi dormo sempre prima io, anche se tu sei più stanca. Mi posi gli occhi addosso e il mondo cambia.
Fa freddo, mettiti il pigiamone di pile, quello che ti fa ridere. Quello che ti fa tirare fuori la lingua e allargare gli occhi.
E chissà di che colore sono.
Se lo chiedono tutti, ma io lo so.
Gli alberi in autunno, quelli di Londra.
Hyde Park.
Ecco i tuoi occhi.
Sta sera ti faccio stare bene, allontaniamo le sofferenze.
Una birra, le coperte, tu ed io.
Chiunque dica che la felicità non esiste, non ha mai ricevuto un tuo messaggio.
Non ha mai avuto l'onore di colorarti la vita.
Artista come me, anche se non lo sai.
Vieni a dormire da me sta sera?
Certo che vengo da te, come potrei rifiutare?
Casa è ovunque, basta che ci sia tu.”
-MH
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