“Non ho più scritto.
No, non l'ho più fatto.
No, non ho più provato il terribile senso di smarrimento nel rendersi conto di aver finito un altro quaderno.
Un altro da aggiungere alle cose non dette.
Non ne ho più comprato altri.
Non ho più scritto.
Non ti ho più scritto.
Non hai mai risposto, non era importante.
Per te non era importante, ma io scrivevo.
Scrivevo a te, a noi.
Riempivo gli spazi bianchi della mia esistenza con le nostre parole o con le mie mani sulla linea del tuo sorriso.
Rompevo le righe e scrivevo.
Scrivevo continuamente di quanto noi fossimo...noi.
E poi non ho più scritto niente.
Non puoi scrivere di qualcosa che non esiste, non puoi fingere di essere un insieme quando sei solo.
Ed io ero solo...io.
E quindi non ho più scritto.
Non ti ho più scritto che ti avrei voluta, anche se non ho smesso.
Non ti ho più scritto che ti avrei aspettata, anche se continuo a farlo.
Non ti ho più scritto che mi avresti trovata proprio lì, anche se ci vivo.
Non ti ho più scritto che nei quadri ci vedevo le tue espressioni e che nei libri ci ritrovavo i tuoi occhi.
Non ho più concluso niente.
Non ho più continuato.
Non ho più sentito.
Perdonami, mi avevi chiesto di andare avanti.
Avrei scritto altre storie, mi sarei persa di nuovo.
Ho prevenuto, ho smesso di scrivere.
Non ce la farei con altre storie.
Non voglio insinuarmi tra altre membra.
Non ho le forze per dipingere altri corpi.
Non ho più scritto.
Silenziosamente cessando d'esistere.”
-MH.
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