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venerdì 29 gennaio 2016

"Era bella?"

“Mi chiesero se fosse bella. 
Io non lo sapevo.
Non sapevo se potessi considerarla bella. 
Non riuscivo a guardarla con oggettività. 
'Che poi la bellezza non è mai oggettiva. 
«La bellezza sta nell'occhio di chi guarda.»
Ed era così.
Lei riempiva tutti i miei sguardi. 
Lei riusciva a disegnarmi tutti i miei sorrisi più belli. 
Non era di tutti.
Non era comprensibile per tutti. 
Io non sapevo se fosse bella. 
Ma ero certo che lei avrebbe fatto distrarre tutti da un'equazione di matematica. 
Ero sicuro che tra lei e un tramonto sul mare, tu saresti rimasto incastrato tra le fossette storte sulle sue guance.
E forse non era bella. 
Forse non era considerata dai canoni sociali. 
Era così tanto per essere ristretta a delle regole. 
Probabilmente lei non rientrava in niente di tutto ciò che convenzionalmente viene associato alla normalità. 
Tuttavia non potevi fare a meno di percepirla. 
Tra lei e un'opera d'arte, tu avresti esaminato le sfumature dei suoi sorrisi accennati. 
Ma non sapevo se fosse bella. 
Sapeva essere necessaria. 
Non mancante.
Questo lo sapevo. 
Ero sicuro che senza di lei, ci si sentisse difettosi. 
Ero certo che era la differenza nella mia vita. 
Una sorta di timida 'volta buona'. 
Lei era così: da togliere la necessità di respirare. 
Diventava naturale.
Mi chiesero se fosse bella, distogliendomi dal guardarla amorevolmente e in silenzio. 
Sospirai.
Alzai delicatamente i miei occhi da lei, li guardai e risposi che per me lo era, ma speravo lo fosse solo per me.
Speravo che nessuno arrivasse a comprenderla nel pieno della sua bellezza.
Speravo che fosse qualcosa concesso solo a me che pensavo fosse bella.
E lei non lo sapeva.
Inconsapevolmente era bella. 
Ed era la sua inconsapevolezza a renderla tale.”

-MH. 


sabato 16 gennaio 2016

“Ti amo anche alle 11:00”

“È che quando sono le 11:00 ti amo un po' di più. 
Quando comincio a buttare giù i muri contro il mondo. 
Quando mi porti il caffè accompagnato da un fiore, uno per ogni mattina che ci svegliamo ad un millimetro di cuore.
Quando mi dici che è tardi. 
Che la giornata non ci aspetta.
Che il sole mi bacia sempre per primo quando apri le tende.
Quando mi togli velocemente le coperte e ti fermi. 
E mi guardi nuda affianco a te.
Stropicciata come le lenzuola. 
Ancora con gli occhi chiusi e le mani sul seno. 
Quando mi sorridi e ti butti addosso a me. 
E sono bellissima anche da appena sveglia con te addosso. 
In quel momento lo sono per davvero.
Quando mi baci e mi tiri su. 
E cominci a dire tremila cose senza senso.
Sono ancora le 11:00.
Ma quando sono le 11:00 io ti amo un po' di più. 
Quando lentamente mi ricordo che anche oggi ci sarai tu. 
Quando il mondo può fottersi, tu sei lì. 
E non ci sono distanze, e non ci sono chilometri. 
Tu sei lì: ad un respiro. 
Ad un sospiro. 
Quando mi vesti un po' tu, stringendomi più forte. 
Ancora un po', dai.
E ci restiamo per un po'. 
Per tanto o poco tempo non lo so.
Noi ci restiamo, così: abbracciate. 
A pensare, a morire, a stare. 
E quando sono le 11:00 ti amo sempre un po' di più. 
Un po' perché mi sveglio, un po' perché tu ti fai amare anche alle 07:00. 
E io non amo nessuno alle 07:00.
Forse alle 11:00. 
Tuttavia, se ci sei tu, alle 11:00 ti amo semplicemente di più.”

-MH. 

lunedì 4 gennaio 2016

“Non ho più scritto”

“Non ho più scritto. 
No, non l'ho più fatto. 
No, non ho più provato il terribile senso di smarrimento nel rendersi conto di aver finito un altro quaderno.
Un altro da aggiungere alle cose non dette. 
Non ne ho più comprato altri. 
Non ho più scritto.
Non ti ho più scritto. 
Non hai mai risposto, non era importante.
Per te non era importante, ma io scrivevo.
Scrivevo a te, a noi.
Riempivo gli spazi bianchi della mia esistenza con le nostre parole o con le mie mani sulla linea del tuo sorriso. 
Rompevo le righe e scrivevo. 
Scrivevo continuamente di quanto noi fossimo...noi. 
E poi non ho più scritto niente. 
Non puoi scrivere di qualcosa che non esiste, non puoi fingere di essere un insieme quando sei solo. 
Ed io ero solo...io. 
E quindi non ho più scritto.
Non ti ho più scritto che ti avrei voluta, anche se non ho smesso.
Non ti ho più scritto che ti avrei aspettata, anche se continuo a farlo.
Non ti ho più scritto che mi avresti trovata proprio lì, anche se ci vivo. 
Non ti ho più scritto che nei quadri ci vedevo le tue espressioni e che nei libri ci ritrovavo i tuoi occhi. 
Non ho più concluso niente.
Non ho più continuato. 
Non ho più sentito. 
Perdonami, mi avevi chiesto di andare avanti. 
Avrei scritto altre storie, mi sarei persa di nuovo.
Ho prevenuto, ho smesso di scrivere.
Non ce la farei con altre storie.
Non voglio insinuarmi tra altre membra. 
Non ho le forze per dipingere altri corpi.
Non ho più scritto.
Silenziosamente cessando d'esistere.”

-MH.