“Mi chiesero se fosse bella.
Io non lo sapevo.
Non sapevo se potessi considerarla bella.
Non riuscivo a guardarla con oggettività.
'Che poi la bellezza non è mai oggettiva.
«La bellezza sta nell'occhio di chi guarda.»
Ed era così.
Lei riempiva tutti i miei sguardi.
Lei riusciva a disegnarmi tutti i miei sorrisi più belli.
Non era di tutti.
Non era comprensibile per tutti.
Io non sapevo se fosse bella.
Ma ero certo che lei avrebbe fatto distrarre tutti da un'equazione di matematica.
Ero sicuro che tra lei e un tramonto sul mare, tu saresti rimasto incastrato tra le fossette storte sulle sue guance.
E forse non era bella.
Forse non era considerata dai canoni sociali.
Era così tanto per essere ristretta a delle regole.
Probabilmente lei non rientrava in niente di tutto ciò che convenzionalmente viene associato alla normalità.
Tuttavia non potevi fare a meno di percepirla.
Tra lei e un'opera d'arte, tu avresti esaminato le sfumature dei suoi sorrisi accennati.
Ma non sapevo se fosse bella.
Sapeva essere necessaria.
Non mancante.
Questo lo sapevo.
Ero sicuro che senza di lei, ci si sentisse difettosi.
Ero certo che era la differenza nella mia vita.
Una sorta di timida 'volta buona'.
Lei era così: da togliere la necessità di respirare.
Diventava naturale.
Mi chiesero se fosse bella, distogliendomi dal guardarla amorevolmente e in silenzio.
Sospirai.
Alzai delicatamente i miei occhi da lei, li guardai e risposi che per me lo era, ma speravo lo fosse solo per me.
Speravo che nessuno arrivasse a comprenderla nel pieno della sua bellezza.
Speravo che fosse qualcosa concesso solo a me che pensavo fosse bella.
E lei non lo sapeva.
Inconsapevolmente era bella.
Ed era la sua inconsapevolezza a renderla tale.”
-MH.