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venerdì 23 settembre 2016

“Ricordando baci infranti”

Quando te ne sei andata, non avevo capito dove. 
Ho speso giorni a chiedermi se ci fosse un posto, un luogo, migliore. 
Non ho mai avuto bisogno di pensare che ci fosse qualcosa di altamente meglio rispetto a noi due. 
Ho sempre creduto che oltre, non ci fosse niente. 
La tua voce, la mia. 
Le tue mani, il mio modo di prenderle. 
I baci la sera, il bagno tardi. 
Il tappeto completamente sfatto e il divano ricoperto dai miei fogli, dalle tue risate, dal mare, il vento e l'estate. 
Quella che doveva venire. 
E tu sei andata via. 
Quando, forse prima che fosse vero. 
Ma io l'ho visto solo in quel momento.
È tutto questo silenzio. 
È tutto quello che mi resta.
Quando te ne sei andata ho smesso di fare tante cose.
Di provare ad andare dove mi avevi promesso. 
Nessun problema, forse non mi sarebbero mai piaciuti. 
E le persone sono sempre perfette. 
Sanno tutto, l'hanno già visto. 
Te ne parlano e rimane uno studio scientifico ancora da terminare. 
E verrà lasciato in un cassetto. 
Lo stesso dei nostri sogni, quello che tu hai rotto.
A volte mi piacerebbe non sapere niente. 
Camminare e imparare che in quell'angolo laggiù posso prenderti un fiore piccolo. 
Non so come si chiami.
Non so nemmeno se ci sia.
Ma so che ti piacerebbe essere svegliata così.
E mi piacerebbe che in giro le mani si possano stringere e poi lanciare per aria.
Senza paura che te la prenda, che sfiorisca. 
E i baci non andrebbero mischiati alle parole.
Si diventa dipendenti da certe cose.
Baciarsi tutte le volte che si ha voglia di stare in silenzio. 
Tanto non bisogna dirsi altro. 
Quando te ne sei andata ho rinunciato a cercare qualcuno che non sapesse niente. 
Tu non sapevi niente.
Io non sapevo niente. 
Io correvo sempre contro tutti gli attimi che mi erano stati tolti.
Tu cercavi di darmene alcuni dei tuoi. 
E quando te ne sei andata è ricominciato questo grande girotondo intorno ad un mondo che era completamente crollato. 
E allora niente girotondo. 
E allora tante cose da raccogliere.
Tante storie.
Prendi le tue, le mie le aggiusterò.
Ritaglia i momenti in cui eravamo insieme.
Togli la mia faccia, toglila da quel giorno.
Le foto strappale. 
Le lettere rileggile se vuoi, o regalale. 
Lanciale in faccia al vento.
Mandale vie, allontana anche quello da ciò che è stato. 
E quando te ne sei andata io non ho distrutto niente. 
Tutto è rimasto al suo posto.
Le mie paure sempre sotto al petto. 
La tua voglia di addormentarle manca da un po'. 
I calzini sempre nel secondo cassetto. 
Io nella parte destra del letto. 
E ti aspetto. 
Prima o poi avrai sonno. 
Quando sei andata via ho avuto sempre meno voglia di dormire. 
Saresti potuta arrivare in qualsiasi momento, sarei stata pronta. 
Il tempo l'avrei corrotto io. 
L'avrei contato per te. 
Una volta non mi serviva arrivare nemmeno al tre. 
Adesso è un po' che manchi tu. 
Che manco io. 
Ma poco importa, me la sbrigherò. 
Ogni tanto cado e ti penso un po'. 
Ogni giorno mi dico che poi la smetto. 
E mi ritrovo la sera a dirlo per quello che verrà. 
Risulta tremendamente patetico. 
Un bel quadro con cui mettersi alla prova. 
E ripetersi che ogni volta sarà l'ultima. 
In cui lo guarderai o anche solo ne avrai desiderio. 
Quando te ne sei andata ho sperato che avessi il meglio dalla vita. 
Oggi spero sempre di averne fatto parte per un po'.

-MH 


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